
I cibi ultra processati fanno male - (odontoiatriaprivataitaliana.it)
La moda dei cibi ultra processati deve finire. Un esperto lancia l’allerta sulla salute durante un congresso internazionale
Negli ultimi anni, la crescente disponibilità di cibi ultra processati ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla salute pubblica. Durante un recente congresso internazionale dedicato all’obesità, il nutrizionista Carlos Monteiro dell’Università di San Paolo in Brasile ha lanciato un appello urgente per limitare il consumo di questi alimenti, paragonandoli al tabacco per i rischi che comportano. L’analisi di Monteiro ha portato alla luce una realtà inquietante: i cibi ultra processati non solo sono sempre più presenti sulle nostre tavole, ma rappresentano anche una minaccia seria per la nostra salute.
I cibi ultra processati, come definiti dal sistema NOVA, sono prodotti alimentari che subiscono trasformazioni industriali e che contengono ingredienti non comuni nelle ricette domestiche. Questi alimenti, che comprendono hamburger pronti, snack salati, bevande gassate, yogurt aromatizzati, salsicce e wurstel, sono caratterizzati da una lista d’ingredienti spesso lunga e complessa, con l’aggiunta di additivi chimici, conservanti, coloranti e dolcificanti. L’obiettivo di tali additivi è generalmente quello di migliorare il gusto o prolungare la durata di conservazione, ma il loro impatto sulla salute è motivo di seria preoccupazione.
I rischi per la salute
Secondo ricerche recenti, il consumo eccessivo di cibi ultra processati è associato a ben 32 patologie diverse, tra cui obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e persino alcuni tipi di cancro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo in guardia contro il crescente consumo di questi alimenti, sottolineando che l’alto contenuto di zuccheri, grassi saturi e sale è un fattore determinante per l’insorgenza di malattie croniche. Inoltre, la scarsità di nutrienti fondamentali come vitamine e minerali rende questi alimenti particolarmente dannosi per la salute, contribuendo a carenze nutrizionali.

In seguito agli allarmi lanciati da esperti del settore, Monteiro ha proposto una serie di misure drastiche per combattere la diffusione dei cibi ultra processati. Tra queste, emerge la necessità di vietare la pubblicità di tali prodotti, soprattutto nei contesti frequentati da bambini, come scuole e ospedali. Un divieto di vendita in luoghi pubblici potrebbe ridurre significativamente l’accesso a queste opzioni alimentari dannose. Inoltre, l’introduzione di avvertimenti sulla salute, simili a quelli presenti sui pacchetti di sigarette, potrebbe fungere da deterrente per i consumatori.
Un’altra proposta è l’introduzione di tasse sui cibi ultra processati, con il ricavato destinato a campagne di sensibilizzazione e a programmi di promozione del consumo di frutta e verdura. Queste strategie mirano non solo a ridurre il consumo di alimenti dannosi, ma anche a incentivare scelte alimentari più sane e sostenibili.
Accanto a misure legislative, è fondamentale investire in programmi di educazione alimentare. La consapevolezza è il primo passo per una scelta consapevole: educare i consumatori sui rischi associati ai cibi ultra processati può aiutare a promuovere una dieta più equilibrata. Le scuole, le comunità e le famiglie devono essere coinvolte in iniziative che incoraggiano il consumo di alimenti freschi e naturali, sottolineando i benefici per la salute a lungo termine.
In un mondo dove il tempo è spesso un lusso e le scelte alimentari sono influenzate da una varietà di fattori, la lotta contro i cibi ultra processati richiede un approccio multifattoriale che coinvolga individui, comunità, istituzioni e aziende. La salute pubblica e il benessere delle future generazioni dipendono dalla nostra capacità di affrontare questo problema con serietà e determinazione.