
L'abitudine errata che contribuisce all'insonnia - odontoiatriaprivataitaliana.it
C’è qualcosa che contribuisce a provocare l’insonnia: è un’abitudine malsana e bisogna evitarla se si vuol dormire bene.
La nostra vita quotidiana è sempre più interconnessa con la tecnologia, e gli smartphone, in particolare, sono diventati compagni inseparabili, anche durante la notte. Tuttavia, un recente studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychiatry ha messo in luce un aspetto preoccupante: l’uso dello smartphone a letto è strettamente collegato a un aumento del rischio di insonnia e a una significativa riduzione della qualità del sonno. Secondo la ricerca, ogni ora passata davanti al display di un dispositivo mobile può aumentare il rischio di sviluppare disturbi del sonno del 63% e ridurre la durata complessiva del sonno di ben 24 minuti.
La luce blu dello smartphone e il suo impatto sul sonno
Uno dei fattori chiave che contribuiscono a questa problematica è la cosiddetta luce blu emessa dagli schermi. Questa luce interferisce con il ritmo circadiano naturale del corpo, un ciclo biologico di circa 24 ore che regola il sonno e la veglia. La luce blu sopprime la produzione di melatonina, un ormone fondamentale per indurre il sonno. Di conseguenza, l’esposizione agli schermi prima di coricarsi può ritardare l’addormentamento, portando a un sonno di qualità inferiore.
Ma non è solo la luce blu a creare problemi. L’uso incessante degli smartphone per attività interattive, come i social media, i giochi o la visione di contenuti video, stimola il cervello e tiene alta l’attenzione, rendendo difficile rilassarsi e prepararsi al sonno. Gunnhild Johnsen Hjetland, coordinatrice dello studio, sottolinea come i disturbi del sonno siano particolarmente prevalenti tra i giovani, e le conseguenze non si limitano alla stanchezza fisica. Questi disturbi possono influenzare negativamente la salute mentale, le performance accademiche e il benessere generale degli individui.

Lo studio ha coinvolto oltre 45.200 giovani norvegesi di età compresa tra i 18 e i 28 anni. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di fornire informazioni dettagliate sul loro utilizzo di smartphone e tablet dopo essere andati a letto. Tra le domande poste, vi erano quelle relative alle attività svolte, come guardare film o serie TV, giocare, navigare sui social network, ascoltare musica o podcast, e persino leggere per motivi di studio. Gli studiosi hanno anche registrato l’orario in cui i partecipanti andavano a letto e si alzavano, quanto tempo impiegavano ad addormentarsi e se avvertivano sonnolenza durante il giorno.
Dall’analisi dei dati, è emerso che l’uso degli schermi per un’ora prima di dormire porta a un aumento del 59% del rischio di insonnia. Questo dato evidenzia come il semplice atto di guardare uno schermo, indipendentemente dall’attività svolta, possa compromettere la qualità del sonno. La ricerca ha anche rivelato che i giovani che utilizzano gli smartphone in modo più intenso, in particolare per interagire sui social media, sono quelli che mostrano una maggiore incidenza di problemi legati al sonno.
Raccomandazioni per un sonno migliore
Per migliorare la qualità del sonno, gli esperti consigliano di adottare alcune semplici abitudini. Innanzitutto, sarebbe opportuno evitare l’uso di smartphone e tablet almeno 30-60 minuti prima di coricarsi. Questo tempo di disconnessione permette al corpo di rilassarsi e prepararsi per il riposo. Inoltre, disabilitare le notifiche durante la notte può contribuire a ridurre le distrazioni e, di conseguenza, favorire un sonno più profondo e rigenerante.
Le abitudini tecnologiche influenzano profondamente il nostro sonno e, di riflesso, la nostra salute. È fondamentale riconoscere i segnali del nostro corpo e comprendere che le interazioni digitali non devono sovrastare le esigenze fisiologiche, come il sonno.